
L’inquietante ipersessualizzazione dell’infanzia e il silenzio dell’età adulta
Abbiamo visto negli ultimi tempi una continua ricerca da parte dei media, TV, pubblicità e stampa verso una costante giustificazione nel proporre bambine e bambini in atteggiamenti inequivocabili ed oggettivanti.
Attraverso esempi come il ritiro della locandina del film francese distribuito da Netflix “Cuties“, dove le bambine protagoniste apparivano in pose provocanti, alla copertina del settimanale Gente dove compare in spiaggia assieme a Francesco Totti la figlia Chanel, paragonandola a sua madre Ilary Blasi come se fosse gia adulta come lei soltanto all’età di 13 anni, per non parlare del tweet infelice subito rimosso da Sky Tg24 riguardante il Festival del Cinema di Venezia dove appariva una bambina in mutandine dal titolo “Il Festival è donna“, circondata da uccellini, fino allo spot pubblicitario censurato della casa automobilistica tedesca Audi dove compariva una bambina appoggiata ad una macchina rossa mentre mangiava una banana, alludendo a un qualcosa di sessuale.

La psicopedagogista Maria Rita Parsi, parlando della precoce carriera di Miley Cyrus, disse al riguardo:
“Modelli come il suo, deprivati dei loro bisogni di tenerezza, adultizzati e erotizzati in maniera precoce e anaffettiva, propongono ruoli lontani anni luce dall’età della preadolescenza e dell’adolescenza ed esibiscono una sessualità che procede per “salti nel buio”, invece che rispettare i tempi, le tappe dello sviluppo e i passaggi graduali di conoscenza e di consapevolezza del proprio corpo…
Secondo la definizione dell’American Psychological Association, si può parlare di erotizzazione quando il valore di una persona è ricondotto esclusivamente al suo sex appeal o al suo comportamento sessuale; quando essa è tenuta a conformarsi ad un modo di pensare che equipara l’attrattiva fisica con l’essere sexy; è considerata un oggetto sessuale, vale a dire è destinata ad essere usata da altri come tale, piuttosto che essere stimata per la sua autonomia e capacità decisionale; quando, infine, la sessualità è imposta in modo inappropriato.
Quest’ultimo aspetto, nello specifico, per il fatto, appunto, di incoraggiare desideri e comportamenti non appropriati all’età, può creare un profondo senso di smarrimento nelle giovanissime – che ancora non hanno pienamente formato la loro rappresentazione della realtà e il senso di se stessi – e, insieme, sentimenti di frustrazione, per il fatto di sentirsi inadeguate rispetto ai modelli che i mezzi di comunicazione propongono loro.
Il loro sviluppo psicofisico e la loro autostima potrebbero, dunque, venire ostacolate dalla spinta ad emulare le lolite pop, ad assumere, cioè, le stesse fattezze provocanti e maliziose, gli stessi atteggiamenti seduttivi e sessualmente desiderabili”.
Ma andiamo con ordine. Cos’è l’iperssessualità infantile?
E’ la costante ossessione di voler rendere normale l’attrazione verso i bambini, adultizzandoli come i grandi allo stesso e identico modo, sfociando pericolosamente nella pedofilia.
Ecco, appunto. Pedofilia.
La parola pedofilia (cito testualmente da Wikipedia), “termine derivante dal tema greco παῖς (bambino) e φιλία (amicizia, affetto ma anche amore), indica un disturbo della preferenza sessuale avente per oggetto bambini e neonati e comunque prepuberi. Per individui adolescenti si parla invece di efebofilia o ebefilia.
•In ambito psichiatrico la pedofilia e catalogata nel gruppo delle parafilie, ovvero tra i disturbi del desiderio sessuale, e consiste nella perversione sessuale da parte di un soggetto giunto alla maturità genitale per soggetti che invece non sono ancora sessualmente maturi, cioè che sono in eta prepuberale.
Il limite di riferimento di eta varia da persona a persona poiché ogni individuo raggiunge la maturità sessuale in tempi diversi e oscilla generalmente tra gli 11 e 13 anni.
•Nell’accezione comune, al di fuori dall’ambito psichiatrico, talvolta il termine pedofilia si discosta dal significato letterale e viene utilizzato per indicare quegli individui che commettono violenza attraverso la sessualità su di un bambino o che commettono reati legati alla pedopornografia.
Questo uso del termine e inesatto e può generare confusione.
La psichiatria e la criminologia distinguono i pedofili dai molestatori o persone che abusano di bambini (child molester) le due categorie non sono sempre coincidenti. La pedofilia e una perversione sessuale dell’individuo o un disturbo psichico: la pedofilia in senso stretto e la deviazione della libido del soggetto, non un comportamento oggettivo.
Vi sono soggetti pedofili che non attuano condotte illecite, come si hanno casi di abusi su bambini compiuti da individui non affetti da pedofilia.”

Nel 1969 durante il programma Rai “L’ora della verità” di Gianni Bisiach, al candido entusiasmo maschile con cui Indro Montanelli raccontava in TV l’esperienza giovanile di soldato in Abissinia, vantandosi di aver comprato e sposato una bambina si contrappose, ad un certo punto, la chiara voce femminile di una ragazza che gli chiese: Quindi lei ha violentato una bambina di 12 anni? . ≪ ≫ L’irruenza della Banotti di fronte al guru del giornalismo lascio basiti gli altri ospiti nello studio e il conduttore stesso, poche battute ancora tra i due e la trasmissione s’interruppe. In campo giornalistico nel maggio 2016 ci fu anche Corrado Augias che fece scoppiare una polemica impressionante:
“Non avevo mai visto una bambina pettinata e conciata in quel modo, ma non voglio suggerire che il suo aspetto abbia potuto sollecitare il pedofilo che l’ha uccisa”.
Augias venne travolto da critiche dopo una intervista a Giovanni Floris nel programma “Di Martedì” nella quale ha esposto le sue riflessioni sul caso di Fortuna Loffredo, la bambina di 6 anni abusata e poi uccisa il 23 giugno 2014 a Caivano (Napoli).
E tornando al binomio ipersessualizzazione dell’infanzia-pedofilia il passo e estremamente breve.
Nell’agosto 2011, a soli 10 anni, Tom Ford scelse Thylane Blondeau come modella per Vogue Francia di cui era guest editor: fu la più giovane modella ad aver mai posato per la rivista. Ma le sue foto per la pubblicità, con abbigliamento e trucco per adulti, sollevarono molte polemiche sulla sessualizzazione precoce delle bambine nel mondo della moda.
Sono solo esempi e si potrebbero farne molti altri.
C’è una cosa che inquieta, troppo: il silenzio degli adulti.
Parlate, indignatevi!
Facciamo sì di respingere questa piega che sta sempre più prendendo piede, prima che sia troppo tardi e che venga sdoganata definitivamente la pedofilia.
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