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Fenomenologia del virus liberale e del covid-19: pandemia della globalizzazione

Il virus liberale apparve intorno al XVI secolo in Europa e si propagò sommessamente nell’arco di tre secoli con sintomi totalmente anodini, anzi nello stadio primordiale la sua innocua proliferazione stimolò negli uomini, con potenziate difese immunitarie, un’enorme alacrità. Difatti l’ideologia liberale si manifestò in una fase della modernità in cui l’uomo avvertì la stringente necessità di emanciparsi dalle tradizionali e dominanti forme di potere fondate su costrutti metafisici di stampo perlopiù religiosi. Tale messa in discussione comportava non solo la netta separazione fra Stato e religione, dunque una laicizzazione radicale, bensì la destituzione di fatto dell’assolutismo politico e del derivante parassitismo nobiliare e clericale. 

Ebbene la nuova weltanschauung 1) era costituita dai nascenti princìpi dell’individualismo economico e religioso che implicavano la libertà d’impresa, la libertà d’accesso ai mercati, la sacralizzazione del diritto intangibile alla proprietà privata, e con la rivoluzione spirituale protestante si raggiunse il parossismo della libertà di coscienza personale. I rapporti sociali propri di quel sistema di produzione sancivano una vita economica emancipata dalle ingerenze del potere politico e si pose come un ambito autonomo della vita sociale, ossia regolato da leggi proprie.

In sintesi: il moderno capitalismo invertì i rapporti di forza: alla tradizionale determinazione della ricchezza attraverso il potere subentrò la determinazione del potere attraverso la ricchezza. Il virus liberale provocò uno sviluppo delle forze produttive a un ritmo mai conosciuto prima d’allora nella storia dell’umanità. Difatti ciò avrebbe potuto potenzialmente risolvere i problemi materiali dell’intera umanità ma la logica stessa del capitalismo, ossia l’accumulazione, dapprincipio innescò una mostruosa polarizzazione della ricchezza. Con ciò inevitabilmente sorsero le prime violente contrapposizioni tra i valori egualitari della democrazia e il cieco e feroce individualismo fulcro della concorrenza capitalistica.

Nel pieno del suo vigore il virus attraversò l’Atlantico e si diffuse pericolosamente tra gli uomini con basse difese immunitarie del Nuovo Continente. Lì attecchì in modo nocivo e il contraccolpo generale si sarebbe materializzato successivamente. Pertanto dopo decenni di acquiescenza il virus liberale riapparve in Europa verso l’epilogo del XX secolo, di ritorno dagli USA, con notevoli mutazioni e quindi più virulento rispetto ai secoli antecedenti. Da ciò scaturirono i prodromi d’una pandemia perniciosa per il genere umano con i sintomi dell’homo oeconomicus che si propagarono per tutto il globo. S’instaurò il dogma del Mercato deregolamentato: il nuovo schizofrenico Dio sul cui altare bisognava con gaudio sacrificare i reali bisogni dell’uomo, il suo tempo di vita e l’intero ecosistema terrestre. 

Dunque il virus liberale annunciava per davvero la fine della storia dell’umanità. Infatti in virtù dell’antica verità darwiniana, secondo cui tutte le specie sono indissolubilmente connesse tra loro nelle origini, nell’evoluzione, nella salute e nella malattia; le condizioni nefaste venutesi a creare a causa del virus liberale sono state foriere della propagazione di molteplici patogeni letali che vanno dall’AIDS all’influenza suina, dall’aviaria al recente covid-19.

Zoonosi e covid-19: pandemia della globalizzazione

Si definisce zoonosi ogni infezione animale trasmissibile agli esseri umani. Quasi tutte le zoonosi vengono trasmesse da sei tipi di microrganismi patogeni: virus, batteri, funghi, protisti, prioni e vermi. Le malattie infettive sono dappertutto e quando un patogeno passa da un «ospite serbatoio» non umano al primo ospite umano – paziente zero – e si radica nel nuovo organismo in quanto agente infettivo, svolge il salto di specie ossia avviene lo spillover 2) . Le zoonosi si situano all’interno delle complesse connessioni biofisiche che formano gli ecosistemi, sono altresì la causa di circa un miliardo di casi di malattia all’anno e di milioni di morti nel mondo, i cui fattori scatenanti sono sovente antropici. Perciò le epidemie di zoonosi sono quasi sempre la conseguenza sia d’una anarchica organizzazione della sovrapproduzione sia del corrispettivo sovraconsumo. Ebbene tale modus agendi scriteriato e generalmente diffuso comporta: surriscaldamento globale 3) , deforestazioni, urbanizzazione, estrazioni minerarie, agricoltura e allevamenti intensivi. La situazione sociale si aggrava terribilmente quando v’è la mancanza di adeguati sistemi di fognari, di acqua potabile e di basilari strutture sanitarie. 

L’auto-perpetuantesi ciclo d’espansione capitalistico stimola lo spillover tra le faune selvatiche e le nascenti aree rurali soggette a una scriteriata urbanizzazione, e con ciò s’incrementano notevolmente le possibilità di fomentare catastrofi epidemiologiche. L’affermazione del capitalismo fossile e la conseguente colonizzazione dell’intera superficie terrestre minacciano ora più che mai la conservazione della biodiversità e della civiltà umana.

Citando Rachel Carson: «Il mondo moderno venera gli dèi della velocità, della quantità e del profitto facile; da questa idolatria sono nati mali mostruosi».

Difatti in conformità al feticcio della crescita illimitata le corporation possono semplicemente esternalizzare spesso impunemente i costi delle proprie operazioni proficue economicamente e rischiose sul piano ambientale ed epidemiologico su gran parte della popolazione: dagli stessi animali ai consumatori, dagli ecosistemi locali ai governi nazionali. L’OMS, L’OIE e la FAO hanno segnalato4) l’aumento della domanda di proteina animale e l’intensificazione della sua produzione industriale come principali cause dell’apparizione e propagazione di nuove malattie zoonotiche sconosciute. Ragion per cui è evidente che il vertiginoso incremento degli incidenti virologici, nel nostro secolo, così come l’incremento della loro letalità, sono direttamente correlati alle infauste strategie aziendali delle corporation agricole e dell’allevamento.

L’inarrestabile sottrazione di risorse a nocumento degli ecosistemi del pianeta interrompe l’ordinario ciclo ecologico, provocando così una pericolosissima frattura metabolica 5) nell’interazione uomo-ambiente, portando in tal caso la maggior parte della popolazione globale –  soprattutto le fasce sociali più deboli –  a doversi relazionare con patogeni rischiosissimi un tempo marginalizzati. Inoltre lo smog e le polveri sottili derivanti dalla massiccia e inquinante produzione industriale fungono da vettore per la diffusione aerea dei virus, rendendo di conseguenza più vulnerabili gli abitanti delle zone fortemente inquinate già affetti da patologie respiratorie.

La Cina 6) è il produttore di animali allevati più importante del mondo, e la crisi globale provocata dall’attuale pandemia da covid-19 rivela palesemente il suo ruolo nell’economia mondiale, particolarmente nella produzione industriale di alimenti e nello sviluppo dell’allevamento intensivo. Il covid-19 ha iniziato a diffondersi verso novembre dello scorso anno a Wuhan, la città più popolata dell’est della Cina, perno per il commercio e gli scambi nella regione. Dalle prime indagini è emerso che i contagiati frequentavano assiduamente i wet market 7) di Wuhan. Questo virus, stando al parere dei virologi, pare sia simile a quello della SARS, ma è più contagioso e meno letale.

Citando David Quammen: «Tutto ha un’origine».

I virologi hanno dimostrato la somiglianza tra il covid-19 e altri coronavirus simili presenti in alcune specie di chirotteri (pipistrelli 8) ), che potrebbero aver costituito il serbatoio naturale del virus. Questi pipistrelli sono ampiamente presenti nella Cina meridionale, in tutta l’Asia, in Medio Oriente, in Africa e finanche in Europa. I pipistrelli rappresentano il 20% 9) di tutte le specie di mammiferi sul pianeta, e sono l’ordine di mammiferi con un sistema immunitario più tollerante a «estraneità» presenti nel proprio organismo rispetto ai sistemi immunitari di molti altri mammiferi. Inoltre la loro longeva storia evolutiva li ha portati a maturare con molti virus un legame di coabitazione, e in più la capacità di volare li ha portati potenzialmente a contrarre o a diffondere virus su aree molto estese. 

Dunque, al momento due scenari ipotetici vengono esaminati dagli scienziati al fine di comprendere l’origine 10) della pandemia: il primo riguarderebbe i suini allevati nella provincia di Guangdong, nel sud della Cina, ammalatisi nel 2016 a causa del virus della diarrea epidemica suina (PEDV): un coronavirus che colpisce le cellule che ricoprono l’intestino tenue dei maiali. Sono morti all’incirca 24mila suini e la malattia è stata rinominata Sindrome della Diarrea Acuta Suina (SADS-CoV) 11) , ciò è accaduto nella stessa regione da cui è sorta in passato l’epidemia di polmonite atipica conosciuta come SARS. Stando ai vari studi condotti l’origine del contagio è stata localizzata esattamente nella popolazione di pipistrelli della regione. Difatti la crescita dei macro-allevamenti di bestiame ha alterato profondamente le nicchie vitali dei pipistrelli. Ragion per cui l’allevamento industriale ha incrementato le possibilità di contatto tra la fauna selvatica e il bestiame allevato, facendo esplodere il rischio di zoonosi poiché gli habitat degli animali selvatici sono drammaticamente aggrediti dalla deforestazione. Di qui l’origine della pandemia. 

Mentre il secondo scenario, meno probabile, rintraccerebbe l’origine della pandemia proprio nei pipistrelli venduti vivi e macellati nei mercati cinesi, veri e propri focolai virali. Lì si sarebbe verificata la zoonosi e successivamente si sarebbe disseminato rapidamente il virus. 

Per ora non sussistono certezze in merito. Nonostante l’origine esatta del covid-19 non sia del tutto chiara, v’è però la certezza che non si può scagionare in nessun modo la produzione intensiva di bestiame per quanto concerne gli effetti diretti dal punto di vista epidemiologico.

Il virus è il capitalismo

Ha scritto Á. Luis Lara : «Il neoliberismo e i suoi agenti politici hanno seminato su di noi temporali che un microorganismo ha trasformato in tempesta».

Urge prenderne atto: depredazione, inquinamento, rifiuti e devastazione ambientale sono parte costituente del capitalismo e ciò lo rende incompatibile con una civiltà realmente ecologica. La nostra è l’epoca dello sradicamento 12)

e dell’estinzione delle specie. Globalizzazione attualmente significa devastazione incontrollata del pianeta: mito di una crescita economica infinita mostra di rigetto una realtà umana profondamente contraddittoria, insostenibile e terribilmente vulnerabile. Questa pandemia è la quintessenza di una putrescente società globalizzata.

Il subdolo e soffocante virus liberale insieme al covid-19 c’hanno mostrato per l’ennesima volta che il capitalismo è attraversato, sin dalle origini, da contraddizioni insuperabili che induco inevitabilmente a pensare il suo necessario superamento. 

L’intera umanità è in serio pericolo nel momento esatto in cui domina il pianeta come nessun’altra specie abbia mai fatto. Necessariamente bisogna sanare le fratture metaboliche che separano l’equilibrio ecologico planetario da una economia predatoria, che contribuisce persino allo scatenamento di pandemie mortali.13) 

Ne vale la vita di tutti gli esseri viventi e del pianeta Terra

Note

Note
1  http://www.cittafutura.al.it/sito/note-liberalismo-democrazia-fondamenti/
2 https://www.lastampa.it/tuttogreen/2020/04/03/news/david-quammen-lo-spillover-era-prevedibile-da-tempo-ma-non-e-stato-fatto-nulla-per-evitarlo-1.38669731
3  https://www.liberopensiero.eu/27/09/2018/ambiente/riscaldamento-globale-capitalismo/
4  https://www.veterinariapreventiva.it/esterne/one-health-esterne/fao-oie-oms-onehealth
5  https://www.liberopensiero.eu/03/11/2020/ambiente/ian-angus-anthropocene-capitalismo-fossile-e-crisi-ecologica/
6  https://www.essereanimali.org/2020/04/covid-19-grandi-allevamenti-letali-virus/
7  https://www.wwf.ch/it/stories/i-wet-market-un-rischio-globale-per-la-salute
8  https://www.iss.it/primo-piano/-/asset_publisher/o4oGR9qmvUz9/content/covid-19-molto-probabile-un-ruolo-per-i-pipistrelli-ma-si-cerca-ancora-l-ospite-intermedio
9  https://ilmanifesto.it/e-luntore-del-momento-realta-e-leggende-sullunico-mammifero-al-mondo-che-sa-volare/
10  https://it.insideover.com/schede/societa/shi-zhengli-la-bat-woman-cinese-che-va-a-caccia-di-virus.html
11  https://www.agi.it/cronaca/news/2020-10-16/nuovo-coronavirus-suino-cellule-umane-sads-cov-9974053/
12 https://www.liberopensiero.eu/29/03/2020/editoriali/la-normalita-era-il-problema/
13  https://www.liberopensiero.eu/01/04/2020/esteri/crisi-covid-19/

Sono nato il 7 agosto del 1994 nelle lande desolate e umide del Vallo di Diano. Laureato in Filosofia alla Federico II di Napoli. Adoro Marx, Nietzsche, Beethoven, Stravinskij, John Bonham, i Black Sabbath, i Pantera, i Tool e i Kyuss. Detesto i moderati, i fanatici, gli spocchiosi self-made man, i tuttologi, Calcutta, i Thegiornalisti e Achille Lauro. Studio, scrivo articoli per LP e per Intersezionale, bevo sovente per godere dell'oblio, suono la batteria negli IVAS. Morirò.

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