
POLIAMORE: Aspetta! In che senso l’altro partner?
“Cosa è successo? Ti vedo un po’ giù di morale”
“Lo sono, il mio partner mi ha detto che vuole interrompere la relazione con me.” “Oh! Mi dispiace tanto. Quindi adesso come farete con la convivenza?” “No, non il partner con cui convivo. L’altro partner, quello con cui stavo da un annetto.” *Sguardo confuso ed interrogativo* “Un momento, in che senso l’altro partner?”
“Ho tre partner! Due uomini, una donna. O meglio, avevo. Insomma, a prescindere dalla mia rottura, ho più relazioni: sono poliamorosa.”
*Sguardo sempre più confuso compreso di fronte aggrottata* “No, aspetta aspetta aspetta. Cosa diamine significa poliamoroso? È tipo poligamo? E come fai a stare con tre persone? Ma tutti insieme o separati? E loro stanno insieme tra di loro? Chi è il tuo preferito? Dai, ci sarà quello che ami di più. Hai detto che convivi, quindi è lui. Senti, se non vuoi rispondere va bene lo stesso eh, ma, fate sesso tutti insieme? Ma da quando sei diventata così? Sono uomini o donne? Perché sei così? Oddio, va bene tutto eh, sono di mentalità aperta, ma questo proprio non è nelle mie corde. Non ce la farei mai! Nah, sono troppo geloso. Sono troppo possessiva. Sono troppo –
Questa è la mia vita, un coming out dopo l’altro. Il poliamore ha il potere di mettere in discussione tanti paradigmi che la società non desidera mettere, per timore di perdere il senso di comodità. Nonostante non si stia parlando di una questione unicamente sessuale, il poliamore entra in punta di piedi nell’immaginario collettivo portando a ripensare la libertà sessuale, i corpi intrecciati, la libertà totale di ripensare la famiglia, la fine della tradizione e dell’istituzione matrimoniale.
Nel parlato e nei fatti, le persone non sono abituate a pensare in multiplo, quando si parla di amore. In una discussione come quella sopra, realmente accaduta, si dà per scontato che il partner sia uno solo, e nella maggior parte dei casi che sia del genere opposto e che quindi la relazione sia eterosessuale. Questo fenomeno prende il nome di etero-cis-mono-normatività. In particolare la mononormatività diventa una costante quando si parla di poliamore ed altre non monogamie, e consiste nel dare per scontato che l’unica forma di amore socialmente accettabile sia la monogamia (o forse dovremmo cominciare a chiamarlo monoamore?) e che anzi, sia l’unica esistente.
Ma veniamo al dunque. Cos’è il poliamore, così chiacchierato nei media queer e non solo, nell’ultimo periodo, e spesso spiegato in modo incompleto o come se fosse “la monogamia ma con più persone?”
È un orientamento relazionale. Una modalità di vivere le proprie relazioni intime, e per alcune persone, anche la propria identità, tanto che a volte viene citato insieme agli altri pilastri dell’identità sessuale come orientamento sessuale, identità di genere, espressione di genere e sesso assegnato alla nascita. È la possibilità, o l’atto, di intraprendere più relazioni intime con più persone, con il consenso di tutte le persone coinvolte.
Questo ultimo appunto, che dovrebbe essere scontato in ogni relazione umana, è da farsi per fare un distinguo rispetto al tradimento monogamo così come lo conosciamo. Il tradimento non è altro che la rottura di un patto comune, e nelle relazioni poliamorose il primo patto comune è che le persone coinvolte siano consapevoli di essere in una relazione poliamorosa. Il termine così come lo conosciamo oggi nasce nel maggio del 1992, apparendo per la prima volta nell’articolo “A Bouquet of Lovers”di Morning Glory Zell-Ravenheart , su Green Egg Magazine, come poly-amorous. Appare poi sull’Oxford English Dictionary nel 2006.
Le relazioni non monogame però, esistono da quando esiste l’umanità. A prescindere da ogni dibattito sull’aspetto naturale o culturale della monogamia, quest’ultima intesa come la conosciamo oggi è un concetto moderno. Come esempio più recente di messa in discussione del paradigma monogamo, possiamo fare riferimento alla rivoluzione sessuale del 1968 e al concetto di amore libero, fuori dalle tradizionali relazioni eterosessuali e monogame (il matrimonio), nonché il sostegno al diritto delle donne di scegliere i loro partner sessuali in modo libero e autogestito.

Il poliamore si posiziona sotto l’ombrello delle Non Monogamie Etiche/Consensuali. Dibattito ancora acceso per decidere quale sia il miglior termine, tra chi considera alcune questioni etiche come universali e chi vede l’etica come qualcosa di personale. Sotto quest’ombrello troviamo altre sfumature, come l’anarchia relazionale, che vede nel suo manifesto “la non classificazione e comparazione di persone e relazioni, apprezzando l’individuo e la connessione con l*i” e “l’indipendenza di ogni relazione poiché tra individui autonomi” [Andie Nordgren, Relationsanarki i 8 punkter, 2012], lo scambismo, le relazioni cosiddette aperte e occasionali dove generalmente c’è una connessione di tipo romantico/emotivo e sessuale tra due parti e l’accordo di poter avere sole relazioni sessuali con persone esterne alla coppia (anche se sarebbe interessante cercare una definizione inclusiva per chi non è interessat* all’aspetto sessuale), e tanto altro.
Anche il poliamore stesso è ricco di sfumature. Esistono relazioni con gerarchie interne, relazioni esenti da gerarchie più simili a quelle anarchiche in cui le interazioni si vivono in modo sempre più fluido, svariate conformazioni di persone che si intrecciano e si collegano tra loro formando polecole diverse, come triadi, relazioni a V, e tutte le forme che si possono immaginare.
Parlando di relazioni gerarchiche, è bene fare un appunto rispetto al fatto che esistano diversi tipi di gerarchia, e che spesso non si parli di una questione romantica, ma relativa al tempo passato insieme e alla struttura della relazione stessa (per esempio, è più complesso per una coppia che si apre al poliamore dopo dieci anni avere una relazione di tipo non gerarchico).
Personalmente, mi piace distinguere le gerarchie che chiamo tecniche , ovvero quelle in cui ci sono dei fattori che rendono complessa una struttura non gerarchica – come figl*, una convivenza, una relazione molto duratura in principio monogama, l’impossibilità di fare coming out – da altre tipologie in cui a volte il rischio è quello di cadere in politiche non monogame non proprio etiche e problematiche su più fronti. Cito i veti coercitivi, quindi il comune divieto di fare qualcosa con qualcun*, il Don’t Ask Don’t Tell, ovvero il comune accordo di non comunicare rispetto all’esistenza di altr* partner, o la One Penis Policy, una regola di stampo bi-lesbo-transfobico e machista in cui in una coppia formata da un uomo cisgender etero e una donna cisgender bisessuale, lei possa avere relazioni romantiche e sessuali solo con donne e non con altri uomini.
Abbiamo parlato di definizioni provando a fare chiarezza, ma i pregiudizi sulla nostra comunità non sono pochi, un po’ per ignoranza generale sul tema, un po’ per via di preconcetti patriarcali e queerfobici che inconsapevolmente ci portiamo dietro. Il poliamore e le altre non monogamie etiche non sono, quindi:
∙ “Polisesso/relazioni meno serie”. Uno dei mantra del poliamore è proprio “l’amore si moltiplica, non si divide.” Avere più relazioni non significa dare meno alle persone. Non dò il 50 e 50, ma il 100 e il 100 secondo le mie possibilità ed energie mentali. In quanto al polisesso, le relazioni poly sono relazioni intime/emotive, generalmente non solo sessuali ma in ogni caso, non si può avere la presunzione di giudicare come meno impegnate emotivamente le relazioni che sappiamo essere solo sessuali. Anzi, è un prodotto di retaggi culturali ancora sessuofobici.
∙ “Incapacità di amare.” Non esiste la Laurea in Relazioni, e anche se esistesse, nessun* dovrebbe permettersi di insinuare che non siamo capaci ad amare. Nessun* conosce le nostre storie. Il nostro amore è valido quanto gli altri.
∙ “Monogamia con più persone”. Sebbene esistano delle triadi chiuse, il poliamore è poliamore e parte da un concetto diverso dalla monogamia. Direste mai che la bisessualità sia “eterosessualità anche con altri generi”?
∙ “Untori/Malattie Sessualmente Trasmissibili gratis”. Questo pensiero è molto offensivo e stigmatizzante nei confronti di chi ha una o più MST. Per evitare le MST bisogna proteggersi con i metodi di barriera e con i vaccini o con la PrEP per l’HIV. Le MST non guardano in faccia l’identità sessuale di una persona. A dirla tutta, è più comune la prassi di non controllarsi “perché tanto si è monogam*”.
∙ “Fare ciò che si vuole”. Il poliamore prevede amore, onestà, comunicazione, rispetto e soprattutto consenso. Se c’è consenso tra le parti, non può essere un fare ciò che si vuole.
∙ “Poligamia”. La poligamia è il matrimonio tra più persone, che spesso viene confusa con la poliginia tipica di alcuni popoli mediorientali e africani, ovvero la relazione tra un uomo e più donne, ma non il contrario. La poliandria invece, è il rapporto tra una donna e più uomini.
Agli esseri umani piace incasellare le cose in comode etichette, e anche il mondo delle Non Monogamie Etiche non ne è escluso! Di seguito, una carrellata di “gergo poly” e terminologia da usare o meno, a seconda della propria autodeterminazione.
NRE: New Relationship Energy, energia da nuova relazione. Un sentimento di euforia, beatitudine, spensieratezza che si prova quando cominciamo una nuova relazione. Metapartner: l* partner dell* propri* partner. (Io sto con A, A sta con B, io e B siamo metapartners)
Compersione: un sentimento di felicità e gioia che si prova quando si vede, o ci viene raccontato, (di) un nostro partner che interagisce con un altr* su* partner. Solo Poly: una persona poliamorosa che non è interessata a creare alcun rapporto di maggiore “stabilità”, come convivenza, matrimonio, gestione delle finanze. Polymonoflux: una persona che non ha problemi a passare da relazioni polyam a relazioni monogame e viceversa.
Monogamish: una persona tendenzialmente monogama che occasionalmente può intraprendere relazioni polyam.
Triade/troppia: tre persone che stanno insieme
Kitchen Table: gruppo di persone coinvolte in più relazioni tra di loro che si incontrano frequentemente, vivono insieme e ricordano le tradizionali famiglie allargate. Fluid Bonding: Accordo per cui è possibile fare sesso senza protezioni con una sola persona rispetto alle altre
Polecola: “molecola poliamorosa”, insieme di persone che vivono relazioni collegate tra di loro. A sta con B che sta con C che sta con D, è una polecola.
laura corradi
un tempo si chiamava ‘polyfidelity’ mettendo l’accento sulla responsabilità e la cura nei legami poliamorosi … il fatto è che che moltissima gente è poly ma senza interrogarsi sulle proprie relazioni e reti di relazioni – e questo ha prodotto uno stigma di inaffidabilità che andrebbe superato – forse una riflessione sulle poli-fedeltà potrebbe essere utile?
Elena
Confermo, mi chiamo elena anch’ io ho avuto una relazione poliamorosa con convivenza durata 4 anni tutto e’ iniziato casualmente in grecia ero in vacanza con amiche, ho conosciuto una coppia di amici miei coetanei di 34 anni da subito il feeling ci ha portato a rivederci per altre vacanze fino a quando e’ scoppiata la scintilla, e siamo andati a convivere da coppia poliamorosa, all’ inizio e’ sempre stato tutto fantastico, lo e’ sempre stato nella convivialita’ della relazione, si la relazione si assomiglia a quella classica l’ unico inconveniente che negli anni mi ha creato qualche problema , e’ stata la sfera sessuale, di certo molto piu appagante avendo due compagni giovani e prestanti, con il tempo la sfera sessuale continuaavendo rapporti a tre il mio corpo ha iniziato ad avvertire lo stress nonostante l’ appagamento i continui rapporti anche notturni mi hanno portato ad un lento allontanamento dalla coppia, infatti dopo circa 4 anni sono andata via lasciando imiei partner. Facile parlare di coppia poliamorosa, immaginate una coppia due ragazzi con una donna, povera ragazza mica facile gestire due uomini in un rapporto,