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Spazi SEX POSITIVE e l’importanza del CONSENSO

Immagine in copertina di society19.com

In Italia la cultura sex positive è ancora poco diffusa, probabilmente anche a causa delle scarse possibilità di fare esperienze dirette nel nostro territorio.

Workshop, festival ed eventi sex positive sono occasioni di incontro con persone che in altre parti del mondo stanno costruendo linguaggi e pratiche per approcciarsi alla sessualità, usando creatività, gioco e maggior consapevolezza del corpo. Ciò che permette di costruire collettivamente tali spazi è l’attenzione al rispetto del consenso di tutte le persone partecipanti.

È con l’idea di offrire anche a Roma queste opportunità che è nata La Tana Libera Tutt*: un progetto ombrello sotto cui raccogliere diversi laboratori sul Sex Positive, creato in collaborazione con Silvia Panda e portato avanti insieme a Marilina Marino.

Nel 2014, ispirandoci ai cuddle party (letteralmente “feste delle coccole”) abbiamo lanciato la Coccoleria: uno spazio in cui poter partecipare a giochi guidati per entrare in contatto con persone “sconosciute” e stimolare il piacere del tocco affettuoso, che rilascia l’ossitocina, un ormone generato dal corpo che stimola di calma e benessere.

Ma il focus principale era quello di creare una palestra dove esercitare la cultura del consenso. Da qualche mese ero entrato personalmente in contatto con la nascente comunità poliamorosa a Roma ed ero rimasto affascinato dalla potenza del concetto del consenso, cardine fondamentale di qualunque relazione etica, in particolare non monogama. Ho partecipato poi a numerosi incontri sul tema ed ecco una breve sintesi dei concetti che ho appreso.

Immagine di: La Coccoleria

IL CONSENSO HA 3 CARATTERISTICHE FONDAMENTALI PER ESSERE VALIDO: DEVE ESSERE ESPLICITO, LIBERO E REVOCABILE.

Deve essere ESPLICITO, cioè comunicato con chiarezza. Preferibilmente in maniera verbale e con entusiasmo. Uno degli slogan più usati nel mondo anglosassone è “FUCK YES!” cioè un SI assolutamente convinto.

Un SI indeciso, con la voce tremante, è molto probabilmente un segnale che la persona non ha preso una decisione piena e che sta ancora valutando altre opzioni.

Assimilare la cultura del consenso rende in grado di ascoltare più chiaramente questi messaggi e ci indica che bisogna dare a quella persona il tempo di pensarci meglio, o fornire altri elementi per poter scegliere.

Questo ci porta ad un’altra sfumatura fondamentale: per poter dare il proprio consenso, la persona coinvolta deve essere informata su tutte le questioni che possono condizionare la scelta. Il consenso deve essere INFORMATO. Bisogna quindi comunicare, ad esempio, il fatto di avere altre relazioni, o malattie trasmissibili, o se ci sono altre ragioni nascoste per cui si sta agendo in quel momento. Il consenso deve essere inoltre REVOCABILE e LIBERO: ciò significa che si può decidere di cambiare idea in qualunque momento. In nessun caso, infatti, dire di SÌ deve obbligarci a fare qualcosa. Inoltre, non può esserci uno sbilanciamento di potere per cui una persona si deve sentire in obbligo di dire SÌ per timore di ritorsioni – come nel caso di una gerarchia, in ambito familiare, scolastico o lavorativo – né tantomeno questo SÌ deve essere estorto tramite leve psicologiche che premono sul senso di colpa o sentimenti affini.

La Coccoleria ha un’unica regola: un’intenzione non sessualizzata nel tocco e che non abbia secondi fini, canalizzando l’energia sessuale verso un’affettività come quella che si ha verso animali o bambini. Escludere il contatto con i genitali e la nudità non è certo una scelta di stampo moralistico, ma permette ai partecipanti di concentrarsi unicamente sul piacere del contatto senza pensare all’attrazione fisica.

Ci si concede in questo modo di interagire anche con partecipanti con cui non vi è alcun tipo di interesse sessuale, ma con cui si entra in empatia.

Ad esempio molti uomini etero “convinti” si sono sciolti in tenere effusioni con altri maschi, senza sentire qualcosa che non andava.

Questa regola ha semplificato anche la possibilità di abbandonarsi, sapendo che non ci sarebbe stata alcuna escalation verso direzioni sessuali.

Come sappiamo, i massaggi o le coccole sono usati comunemente con i partner come mezzo per far rilassare il corpo, potendo poi accedere alle zone erogene. E in altri contesti c’è chi sfrutta la difficoltà che hanno alcune persone a dire di NO per poter toccare il corpo altrui come desidera. Ma malgrado un corpo sembri rilassarsi per il contatto piacevole e la gentilezza del gesto, le sensazioni quando il tocco assumesse connotati sessuali potrebbero rivelarsi veramente dolorose, specie quando rivissute nei ricordi.

La sessualità si porta un carico di emotività dovuto a soppressioni o traumi di cui raramente siamo consapevoli, quindi essere in grado di dire assertivamente NO quando qualcosa non è gradito è l’unico modo per dare valore al SÌ. Molti degli esercizi che si fanno negli spazi sex positive puntano quindi ad assicurarsi che tutte le persone che partecipano siano in grado di mettere dei limiti e pronunciare un chiaro NO.

Con la durata di 6-7 ore ed una cadenza mensile, con la Coccoleria abbiamo potuto provare tante tipologie di attività per alimentare la curiosità ed il piacere del fare effusioni fisiche e non: battaglie di cuscini, leggere favole fino ad addormentarsi, preparazione del cibo insieme, scambi di doni… ma soprattutto abbiamo cercato modalità stimolanti per esercitare i concetti fondamentali della cultura del consenso, come ad esempio la gestione del rifiuto. Quando si riceve un NO bisogna apprezzare la capacità dell’altr* di esprimere liberamente quello che prova dentro, sentendosi a proprio agio a declinare un’offerta: quindi dovremmo abituarci a ringraziare la persona che si è aperta con noi dicendoci NO.

Non è un rifiuto all’altr*, ma probabilmente a ciò che è stato proposto ed è anche una sensazione interna che in quel momento chiede attenzione verso di sé.

Accettare controvoglia una coccola è per entrambi inutile, l’energia non potrà fluire.

Un po’ come chi rifiuta qualcosa da mangiare: potrebbe essere che non ha fame o che non piace ciò che viene proposto. Su questa analogia è nato il Menù delle Coccole, con portate come carezze, grattini, abbracci e bacetti.

Un altro strumento che spesso si utilizza negli eventi sex positive è quello del cerchio di condivisione. Alla Coccoleria per iniziare ci si siede su dei comodi cuscini a terra e, una persona alla volta, ci si presenta dicendo un tipo di tocco o coccola che preferisce e anche qualcosa che non gradisce (una zona che preferisce non venga toccata, un tipo di approccio, etc). Ad esempio: “io adoro i grattini sugli avambracci, ma un tocco troppo leggero mi fa venire la pelle d’oca”. Condividendo i propri gusti e le proprie vulnerabilità le persone che inizialmente si sentono circondate da sconosciut* si sentono più vicine e possono aprirsi al confronto e allo scambio. Tutto ciò avviene solo dopo aver garantito di mantenere la confidenzialità e di non giudicare le condivisioni altrui. Allo stesso modo alla fine dell’esperienza si crea un cerchio di chiusura, dove si può fare una restituzione di ciò che si è provato, parlando delle sensazioni piacevoli vissute come di eventuali momenti di disagio. Più volte durante gli anni della Coccoleria alcune persone sono state in grado di esporre qualcosa che è andato storto, anche individuando il responsabile di un contatto non voluto.

Questo aiuta molto a non portarsi via qualcosa di negativo da dover elaborare da sol*, potendo confrontarsi e discutendo in maniera non violenta ciò che può essere stato un fraintendimento o un’invasione dei limiti, al fine di mantenere questo come uno spazio sicuro e confortevole.

Ci teniamo però a precisare che adottare la cultura del consenso non deve però diventare un semplice esercizio di pratica formale. Non basta imparare a chiedere, o evitare di insistere. Questo altrimenti potrebbe diventare uno strumento per abbassare le difese altrui, sembrando gentili, per poi manipolare la situazione a proprio vantaggio.

Ecco perché avere degli spazi sex positive anche in Italia dovrebbe essere fondamentale: perché la cultura del consenso possa essere appresa e praticata, potendo mettere a nudo le proprie debolezze e cercando di accettare che nessuno è perfetto, l’importante è provare ad andare incontro all’altr* con sempre maggiore apertura e consapevolezza.

Diego Tigrotto è un artivista sex positive di base a Roma, che organizza incontri esperienziali sulla consapevolezza sessuale e produce illustrazione e cortometraggi su questa tematica. Da anni indossa tutine animali quotidianamente, come forma di espressione libera e radicale.

Comments (1)

  • elena

    Davvero interessante leggere le fondamenta del consenso, chiave di ogni relazione sana.

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